Sono un’agronoma, ma anche una Sommelier del Riso e non mi accontento del risultato in campo: la vera prova di un ottimo lavoro è il gusto.
Per essere buono un riso deve essere anche bello.
Da chicchi sani e uniformi si evince una completa maturazione in campo, un’accurata selezione in riseria, un’attenzione nel confezionamento. Chi assaggia il mio riso riconosce sentori esclusivi della varietà Carnaroli, che variano di campo in campo, in base al terroir. Da qui nasce l’idea di valorizzare il riso Carnaroli biologico Cru N. 5, nato su terreni più poveri e sabbiosi, dove le piante devono fare il massimo sforzo per assorbire in profondità i micronutrienti, donando ai chicchi sapidità e gusto unici.
Dicono del Carnaroli classico biologico:
“Bianco avorio, regolare e quasi privo di difetti. Da crudo emana un odore erbaceo, unito a ricordi animali che riconducono al campo e all’aia. Una volta cotto (in 15 minuti), il chicco rimane integro, separato e setoso. Il gusto è pulito, elegante e ricco di note vegetali dolci, lattiche e burrose, con richiami al cereale giovane e alla crosta di pane, che fanno pendant con un’ottima consistenza, di eccellente masticabilità”.
– Gambero Rosso, anno 30 numero 357 – mensile ottobre 2021